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11/06/2025
di Lorenzo Mosciatti

Calcio: il Governo verso la riforma dei diritti tv, ma la Lega Serie A non ci sta

L’esecutivo intende inoltre dare il via libera alle sponsorizzazioni sportive, anche se solo in forma indiretta, da parte delle società di scommesse

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Superare la legge Melandri, risalente al 2009, con una nuova normativa sul fronte dei diritti tv del calcio che sia più adeguata al contesto attuale. E' quanto si profila nella bozza di un disegno di legge che delega il Governo a riformare il sistema della vendita dei diritti e che potrebbe approdare in una delle prossime riunioni del Consiglio dei ministri. 

Un intervento normativo che però ha colto di sorpresa la Lega Serie A, che in una nota ha espresso il suo disappunto e la sua contrarietà alla riforma. “All’esito del Consiglio di Lega svoltosi oggi, il Presidente Ezio Simonelli, a nome della Lega Serie A, manifesta con fermezza il proprio stupore per aver appreso, solamente tramite gli organi di stampa, di una riforma del sistema di vendita dei diritti audiovisivi che riguarda direttamente le sue associate. Esprime, al tempo stesso, la contrarietà della Serie A ad un disegno di legge predisposto senza che vi sia stata alcuna interlocuzione preventiva con la Lega stessa”, si legge nel comunicato 


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Tra le novità previste dal disegno di legge, la possibilità di cedere ad un solo operatore i diritti tv sportivi, con licenze fino a tre anni, mentre l’attuale normativa prevede, per garantire una maggiore diffusione e pluralità, che i diritti di trasmettere il calcio siano trasmessi senza esclusiva.  Nella bozza del disegno di legge si prevede inoltre il via libera alla sponsorizzazione sportiva, anche se solo in forma indiretta, da parte delle società di scommesse, con la devoluzione di una quota delle somme raccolte dagli operatori in favore dello sviluppo dell'impiantistica sportiva. Il disegno di legge prevede un anno di tempo per i decreti attuativi, in modo da entrare in vigore dal 1 luglio 2026.

Per il campionato di Serie A, si legge nella bozza, si può prevedere una durata superiore ai tre anni del contratto per i diritti tv, anche se spetterà all'Agcom "accertare le condizioni del mercato audiovisivo e digitale nazionale, anche in riferimento ad altre competizioni nazionali e internazionali calcistiche, ovvero relative ad altre discipline sportive, tenuto conto della durata dei contratti di licenza e considerata l'evoluzione del mercato unico europeo, verificatesi le quali si possono determinare misure di sfruttamento esclusivo a favore di un solo operatore".

La bozza della legge delega prevede l'entrata in vigore della riforma per i campionati al via dopo il 1 luglio 2026, fissa poi i principi per la redistribuzione delle risorse (una parte superiore al 50% divisa in parti uguali tra i club partecipanti, una distribuita per meriti sportivi ottenuti dopo il 1999/2000 e un'altra in base alla formazione e all'utilizzo dei giovani italiani) e tra le tecnologie contemplate annovera anche quelle basate sull'Intelligenza artificiale. Spariscono dunque dai principi di ripartizione i riferimenti agli spettatori allo stadio e all’audience televisivo. 

Entrando nel merito del provvedimento, la Lega Serie A “evidenzia la propria netta opposizione a qualsiasi forma di incremento della mutualità esterna che vada a sottrarre ulteriori risorse fondamentali allo sviluppo e alla sostenibilità della Serie A, la quale già peraltro contribuisce al sostegno delle categorie inferiori nella misura del 10% dei diritti audiovisivi. Infine, la Lega Serie A ribadisce con enorme preoccupazione i dannosi effetti del dilagante fenomeno della pirateria audiovisiva, che continua a penalizzare in modo grave e diretto il valore dell’intero sistema sportivo con perdite stimate in oltre 300 milioni di euro annui. La pirateria uccide il calcio".

Per il periodo 2024-2029 la Lega Serie A ha assegnato i diritti TV a DAZN e Sky per 900 milioni di euro (di cui circa 700 milioni garantiti dalla piattaforma OTT e gli altri 200 milioni dalla controllata di Comcast). Un dato in leggero calo rispetto ai 927,5 milioni di euro del triennio 2021/24 a Dazn. 

Le sponsorizzazione sportive dei player del betting 

Con il nuovo provvedimento, si legge nella bozza, il Governo verrebbe "delegato ad adottare entro un anno uno o più decreti legislativi diretti a disciplinare sia un rapido e sostenibile sviluppo tecnologico e strutturale degli impianti sportivi di nuova realizzazione e dell'ammodernamento, rinnovamento, integrazione e completamento di quelli esistenti, sia la commercializzazione centralizzata dei diritti audiovisivi, digitali e accessori degli eventi sportivi delle competizioni professionistiche a squadre". 

Un'altra parte del disegno di legge riguarda le sponsorizzazioni sportive per le società di scommesse. Si riconosce, “sia pure nella sola forma indiretta, la sponsorizzazione da parte degli operatori di giochi e scommesse che sono inseriti nel registro tenuto dall’Agenzia delle dogane e dei Monopoli, sia una quota della raccolta dei giochi e scommesse anche a favore degli organizzatori e dello sviluppo dell'impiantistica sportiva. Una parte della mutualità generale di sistema professionistico", si legge sempre nella bozza, "sarà destinata al fondo per il contrasto al gioco d'azzardo patologico".

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